Sergio Bernando Almiron, il centrocampista offensivo approdato la scorsa stagione alla corte di Ventura, è il giocatore più acclamato dai tifosi biancorossi, quasi alla pari con il capitano Gillet ed è sempre più leader in campo per i compagni: oggi è toccato a lui offrirsi al taccuino dei giornalisti e, da bravo sudamericano caliente, non ha perso occasione per rilasciare ulteriori dichiarazioni d’amore per la città di Bari e per i suoi tifosi: “Non ho alcun rimpianto delle squadre in cui ho militato in passato. Il mio presente ed il mio futuro si chiamano Bari. Anzi, scrivetelo: sto comprando casa qui, è vero! La gente barese è molto calorosa, è molto simile a quella argentina e poi voglio poter scrivere pagine importanti per la storia di questo club”.
Il faro del centrocampo barese, sempre duttile e geniale quando conquista palla, stuzzicato da qualche giornalista sull’errore commesso contro il Napoli, ha risposto con determinazione: “Forse qualcuno non si era accorto che avevo già fatto oltre 70 metri con la palla al piede; in ogni caso, il mio era un passaggio a Nacho e non sono riuscito a portarlo a termine. Può capitare di sbagliare. Ritengo, comunque, di aver dato un importante contributo contro il Napoli”.
Sergio, il “guerriero apache”, ha criticato in modo sincero la scelta dei vertici della Lega di giocare a mezzogiorno: “Non sarà facile giocare a mezzogiorno, perché siamo abituati da sempre a giocare in orari più consoni, senza stravolgimenti come questi che portano a scombussolare la giornata. Spero si torni alla normalità quanto prima".
L'attenzione si sposta sui prossimi rivali al San Nicola, il Cagliari di Bisoli, ed Almiron invita i suoi compagni a mantenere alta la concentrazione, continuando a giocare con l'umiltà di sempre: "Affrontiamo una squadra con tanti giovani, ma che ha già dimostrato di saper fare "male". I cinque gol rifilati alla Roma ne sono una dimostrazione. Non dovremo avere cali di concentrazione. Dobbiamo giocare come sappiamo e forse poi potremo spingerci davvero più in là delle previsioni".
Il ragazzo, figlio d’arte (il padre, Sergio Omar Almirón, era stato campione del mondo con la nazionale argentina nel 1986, ndg), ha inoltre rassicurato i tifosi che, per lui, potrebbe scendere regolarmente in campo, nonostante la botta rimediata alla caviglia destra: “La caviglia va meglio, oggi ho fatto 15 minuti di partitella e per domenica non dovrebbero esserci problemi. Io sono pronto, poi spetterà come sempre al mister se schierarmi come titolare o mandarmi in panchina".
L’argentino ha, infine, concluso la sua conferenza elogiando il gioco offensivo di Mister Ventura, tecnico che lo aveva fatto esordire nella massima serie (il 23 settembre 2001 con la maglia dell’Udinese), ed ha anche ringraziato pubblicamente il suo ex tecnico, Mario Somma: “Volete sapere cosa mi disse la prima volta quando mi vide giocare il Mister? Mi disse: <<Almiron, così non si gioca a calcio>>. A parte la battuta, sono molto grato a mister Ventura per essere venuto in Italia e soprattutto perché è stato il primo a farmi esordire in questo magnifico campionato, già molto tempo fa. È un allenatore maturato moltissimo negli anni, che ha sempre fatto giocare alle sue squadre un calcio spettacolare. Sono molto riconoscente anche a Mario Somma, che mi ha insegnato cosa significasse sacrificarsi per la squadra, i meccanismi per poter essere utile in più parti del campo, riuscendo ad esaltare le mie qualità. Tornando al presente ed in particolare alla realtà barese, posso dire che mi integro alla perfezione con i compagni e negli schemi che il tecnico ci richiede. Il nostro gioco, secondo gli addetti ai lavori e non solo, è considerato uno dei migliori. Se fossimo costanti nel mantenere la concentrazione potremmo arrivare lontano; ma la nostra forza è costituita soprattutto dal fatto che ognuno di noi, può e dà del suo, senza l’obbligo di seguire rigidamente gli schemi. Personalmente, voglio dare il mio contribuoto alla causa biancorossa ancora per molto tempo, magari fino a fine carriera se questa società lo vorrà: continuando ad inventare, suggerendo assist importanti e fare qualche gol di più”.
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