Lacrime più pesanti di un macigno, lacrime che dividono il cuore a metà, adesso tra Bologna e Bari, lacrime di un ragazzo che per ben 10 anni ha onorato la casacca del galletto e che anche oggi ha mostrato tutto il suo affetto e attaccamento alla città, alla società e alla tifoseria. "Poche" sono le sue presenze con questa maglia (360) rispetto alle tante emozioni vissute nel capoluogo pugliese. Un saluto, un addio a tutti, ma con quel profumo di arrivederci che tanto caro è al biondo portiere di Liegi. Questo il commiato di Gillet, stamane, presso la sala stampa dello stadio San Nicola gremita di giornalisti e tifosi e ancora una volta scenario di un film struggente ai titoli di coda.
Con molta professionalità, educazione e riconoscenza, l’ex capitano biancorosso ha voluto congedarsi, con queste parole, da Bari e dai baresi che lo hanno da sempre adottato: "Ringrazio tutti i presenti. Dopo 10 anni vissuti a Bari, non mi sembrava giusto andarmene con un semplice comunicato stampa. È giusto salutare la gente di Bari così, dal vivo. Bari è la mia vita, ci vivo. Non è stato facile andar via, ma era necessario farlo anche per il bene della società. Ringrazio il Presidente, tutti gli organi societari e la tifoseria". Non è mancato un commento sulla retrocessione e sulla sua decisione di trasferirsi in un altro club: "Mi è dispiaciuto per la retrocessione, ho 32 anni e questo è un momento chiave della mia vita; ho dovuto decidere e ho deciso io per il Bologna. Quest’anno sono successe cose che non mi sono piaciute e ho avvertito un malumore che mi ha ferito. Ci tenevo e terrò per sempre a questa maglia. Mi assumo le responsabilità di questa disfatta e auguro a Bari e al Bari tutto il meglio di questo mondo".
Esternazioni emotive ma nello stesso tempo chiare e fredde quelle del neo portiere rossoblu, soffermatosi nell’analizzare l’anno calcistico passato e quello che non è andato come sarebbe dovuto andare:"Ho dato il massimo durante l’anno ma nello spogliatoio si è in 30 ed essere coesi, delle volte, è difficile. Come squadra ci siamo confrontati spesso, ma i nostri buoni propositi non sempre si sono realizzati; i risultati ci hanno fatto pesare il tutto nello spogliatoio". Tra gli aneddoti e ricordi più belli, Gillet ne elenca alcuni:"Il ricordo più bello è legato all’ultima promozione in serie A e alla vittoria in casa contro la Juventus (3-1) durante il massimo campionato 09-10; partita più bella contro l’Ascoli in serie B (‘08-‘09); parata più bella fatta a Ricchiuti quando giocava nel Rimini. Il momento meno bello, la retrocessione".
Con tutti gli allenatori, il belga, conferma di aver avuto un bel rapporto professionale, e poi rivela una chicca sul suo lontano futuro: "Con tutti gli allenatori che ho avuto mi sono trovato abbastanza bene. In futuro di sicuro tornerò a Bari a vivere. Non so cosa farò se dirigente o allenatore, non ne abbiamo mai parlato, ma con la società affronteremo il discorso più in là". Un pizzico di rammarico, però, traspare nei pensieri dell’ex numero uno tra i pali barese:"Di fronte alle continue critiche mosse un po’ da tutti, quest’anno che è andato tutto male, mi sarei aspettato una reazione d’appoggio e supporto nei miei confronti da parte della società".
Infine, un ultimo passaggio emotivo circa il suo passato da capitano del Bari:"Per me è stato un onore indossare la fascia di capitano del Bari. Rappresentare una città come Bari è stato bellissimo e importantissimo per il sottoscritto". Tra gli applusi e la commozione dei tifosi presenti, si è conclusa l’ultima giornata "lavorativa" in quel di Bari per Gillet, un grande calciatore che ha fatto “bella” Bari e che merita un sentito in bocca al lupo per il proseguio della sua carriera.
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