Un punto per andare avanti e continuare a mettere fieno in cascina per i periodi di magra. Una prestazione non troppo brillante sotto il profilo dello spettacolo ma altamente proficua nel computo delle occasioni concesse agli avversari. Questo è il bilancio in casa biancorossa di Bari-Cagliari di ieri, incontro valido per la terza giornata di campionato, che ha proiettato entrambe le squadre a quota 5 in classifica, allungando a 3 giornate la striscia di risultati positivi.
A farla da padrone è stato il solleone registrato nell'astronave progettata da Renzo Piano: una giornata caratterizzata dal caldo torrido (35 gradi, 90% di umidità) che la Lega Calcio ha pensato bene di anticipare alle 12.30 per aprirsi nuovi orizzonti commerciali nel mercato asiatico. Senza pensare, però, che in città come Bari, Napoli, Palermo o Catania l'estate non si chiude con l'inizio del campionato ma prosegue quasi fino a metà ottobre, regalando giornate come quella di ieri che avrebbero meritato ben altri lidi (nel senso letterale del termine) rispetto ad un rettangolo verde di gioco.
E non stupiamoci se i cagliaritani Acquafresca e Pinardi non sono rientrati dagli spogliatoi ad inizio ripresa per malanni fisici che hanno colpito l'apparato respiratorio e quello digerente, messo a dura prova da un pranzo anticipato all'orario della colazione: sono uomini, non robot, e la difficoltà di gestire certe situazioni è palese e sacrosanta.
Dice bene Ventura che accosta la maggior penalizzazione di tutto l'evento al pubblico pagante che ha dovuto assistere ad una partita povera dal punto di vista dello spettacolo, così come non sbaglia il presidente Cellino a consigliare di spostare il tiro della protesta dei giocatori dal rinnovo dei contratti ad una tutela nell'orario di gioco.
Fatto sta che, secondo la massima per eccellenza che si applica a qualsiasi tipo di manifestazione, "the show must go on" e così anche Bari-Cagliari, fra una borraccia e l'altra, è stata portata a termine. Partita in cui i ragazzi di Ventura non hanno rischiato nulla (Gillet, festeggiato per il suo record di presenze ed omaggiato dal presidente Matarrese con una targa assieme all'evergreen Giovanni Loseto prima della gara, non ha compiuto neanche un intervento) e, con un pizzico di lucidità e freddezza sotto porta in più avrebbero potuto portare a casa l'intero bottino in pali. Gli ultimi minuti di gioco hanno riproposto un Bari arrembrante, complici anche gli ingressi di Almiron e D'Alessandro, due forze fresche che con il caldo di ieri erano come manna dal cielo per gli schemi biancorossi, che è mancato solo nella stoccata finale.
Fra 2 giorni si torna in campo, si va a far visita ai campioni d'Italia dell'Inter nello stadio che ha dato inizio al ciclo Ventura nella passata stagione: la curiosità di vedere come si comporteranno i biancorossi contro un avversario di livello internazionale dovrà essere tenuta a bada per altre 48 ore.
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