Predestinato, grande prospetto, potenziale fuoriclasse. Gli addetti ai lavori al nome di Diego Fabian Polenta rispondono più o meno sempre così. E questo giovane uruguaiano classe 1992 dal futuro radioso vestirà la maglia biancorossa nella stagione appena iniziata. Arriva dal Genoa con la solita formula di valorizzazione corrispondente al prestito con diritto di riscatto della comproprietà per i biancorossi e controriscatto a favore dei liguri. Del resto i grifoni non hanno nessuna intenzione di farsi sfuggire così facilmente il talento sudamericano: in questa sessione di mercato è stata rifiutata addirittura un'offerta da 6 milioni di euro per l'intero cartellino da parte del Barcellona.
Difensore centrale utilizzabile anche come terzino sinistro, grazie alla buona corsa e al piede mancino, fin dall'inizio dell’avventura nelle giovanili del Danubio ha messo in mostra spirito da leader e notevoli doti tecniche. Poster in camera dell’idolo Montero e tanta voglia di sfondare, nel 2008 viene acquistato dal Genoa per 1.8 milioni di euro. Con i giovani grifoni vince da capitano Coppa Italia, Supercoppa e Campionato Primavera e parallelamente compie tutta la trafila nelle nazionali uruguaiane.
Ottimo specialista dei calci di rigore, nel 2011 viene convocato in nazionale maggiore da Tabarez e, solo successivamente, debutta in serie A con la maglia dei rossoblu a Napoli. Festeggia l'esordio nel massimo campionato con una battuta di pesca, suo grande hobby, nel golfo di Genova. Rimane in ballo fino agli ultimi giorni per un posto nelle Celeste per la Coppa America ma Tabarez, alla fine, preferisce lasciarlo al suo ruolo da leader e capitano al Mondiale under20, in cui peraltro segna un "golazo" partendo da metà campo palla al piede al malcapitato Cile.
A Bari i più attenti tifosi della Primavera biancorossa lo ricordano al "Matarrese" nel maggio 2010 maramaldeggiare nella partita di andata degli ottavi di finale del campionato finita 5-0 per il Genoa (a segno due volte anche un certo El Shaarawy). Per Polenta goal su rigore e tanti simpatici sfottò dagli spalti: i sostenitori baresi lo chiamavano a gran voce per nome (Diego) ad ogni discesa dalla parte della tribuna per fare il verso alle continue indicazioni provenienti dalla panchina ligure.
In Puglia troverà il mare che tanto ama e tifosi appassionati simili ai sudamericani. Per il posto da titolare dovrà chiedere a Torrente, che conosce e stima sin dal suo arrivo in Italia.
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