Due punti di penalizzazione e il rischio che a novembre possano diventare quattro. È questo il responso dopo l’ultima assemblea del c.d.a del Bari sulla vicenda stipendi. A Garzelli il gravoso compito di comunicare alla stampa la fumata nera: "La società non è stata in grado di ottemperare agli obblighi per il pagamento degli stipendi. Abbiamo lavorato con le banche ma non siamo riusciti a venirne a capo. La società sperava in altri acquirenti, questo non è accaduto e oggi ci ritroviamo qui di fronte a questo problema; ci siamo arresi all’evidenza. Ciò non significa che non si è in grado di andare avanti. Questo episodio fa avvertire con maggiore urgenza un avvicendamento societario; chi ha a cuore il Bari si faccia avanti".
Con queste esternazioni il massimo dirigente biancorosso ha denunciato quella che attualmente è la realtà di una società sempre più con l’acqua alla gola. Eppure, fino a qualche ora fa si pensava ad una soluzione diversa: "Molte notizie che sono apparse sui giornali non erano vere circa la risoluzione del problema. La società ha provato ad avere quello necessario per coprire gli stipendi; troveremo una soluzione prima o poi". Garzelli, inoltre, ha scongiurato le ipotesi di un suo abbandono e dei un eventuale rischio fallimento: "Non abbandonerò la barca. Non si può parlare di fallimento, sarebbe inopportuno. Noi vogliamo rilanciare il club con nuovi acquirenti".
Di certo Donati e il resto del gruppo subiranno il colpo, ma il dirigente barese rasserena gli animi: "Stasera parlerò con i giocatori e cercherò di spronarli a non mollare. A gennaio non ci possiamo permettere di fare investimenti, la squadra resterà questa". Come chiosa finale una puntualizzazione sulle voci circolate in mattinata: "La trattativa con le banche non aveva grandi margini di risoluzione. Non si è parlato mai di un advisor che potesse fare da tramite per la cessione della società".
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